Ciao a tutti, voglio scusarmi per il ritardo nel postaggio, ma ho avuto a che fare con una simulazione di terza prova che mi ha ucciso sia fisicamente che psicologicamente ç_ç
Sono ancora un po' nervosa per il risultato finale, dipende tutto dall'esito di questa simulazione se la mia estate sarà serena e tranquilla o piena di libri da studiare .__.
E' iniziato l'ultimo mese di scuola e per noi studenti è sia una manna dal cielo che un crucio giornaliero, buona fortuna a tutti per questa chiusura di anno scolastico.
Ci si ribecca di sotto :3
#31. This could be the end of everything“Piccoli respiri, con calma, bravo ragazzo.”
Puck stringeva le spalle di Blaine che si stava controllando allo specchio che non ci fosse nulla fuori posto nel suo abbigliamento.
“E se va a finire male? E se non mi rivuole più? E se-”
Noah roteò gli occhi, fece voltare Blaine verso di lui e lo guardò negli occhi. Non ci vollero le parole per far capire all’altro che sarebbe andato tutto bene.
Blaine sorrise, “Grazie”.
Con loro era così: non servivano le parole tra di loro ma solo sguardi. In quei vent’anni avevano condiviso così tante esperienze da averli legati come fratelli, il loro legame era l’unica cosa che riusciva a tenerli in piedi dopo una brutta giornata, bastava una birra e la presenza dell’altro per far tornare il sorriso.
“Questo e altro per il mio fratellino”, fece di nuovo voltare l’altro e passò un braccio sulle sue spalle, “ora, se la smetti di avere attacchi di panico o di ansia, possiamo ripassare il piano che tanto
gentilmente tua figlia ha ideato?”
“Quel ‘
gentilmente’ a cosa si riferiva di preciso?”
“Oh, amico, fidati, non vuoi saperlo”, si portò una mano a coprire gli occhi.
“Così mi preoccupi”, fissò l’amico nello specchio e cercò di trattenere una risata immaginandosi Jacky che mordeva la mano a Puck per non farsi sfilare il foglio del piano o una delle tante scenate che faceva sempre sua figlia.
“Così si fa’? Si ride delle disgrazie degli altri. Che bravo amico che ho! Tua figlia quasi mi uccide perché l’ho desconcentata, o come diavolo si dice, e tu ridi.”
Blaine rise, “Scusami Noah, ma sei esilarante. Riesci a litigare anche con una diciassettenne e non averla vinta”.
“Io sono un gentil uomo, la faccio vincere per galanteria.”
I due si fissarono per qualche secondo per poi scoppiare in una risata che alleggerì la tensione.
“Va bene, gentleman, ripassiamo il piano o no?”
Noah si ricompose e annuì a Blaine, osservando la figura riflessa nello specchio, gli ritornarono in mente tutte le volte che si ritrovava a fare da spalla all’altro per dargli forza e si accorse di quanto, nonostante gli anni passati, loro due siano restati gli stessi di sempre.
Jacky era nervosa. Era così tanto nervosa che perfino Johnny se ne era accorto.
Sembrava che i Puckerman e gli Anderson avessero questo legame mistico che li faceva intendere con uno solo sguardo e alcune volte poteva anche essere pericoloso.
“Amore, tutto bene?” chiese Johnny avvicinandosi cautamente alla ragazza.
“Per niente” rispose stringendosi di più le gambe al corpo e chiudendosi in se stessa.
“Stai avendo una delle tue crisi isteriche, vero?”
“No, volevo vedere se riuscivo a diventare una palla per rotolare per casa. Certo che sto avendo una delle mie crisi, idiota!”
“Mi ero dimenticato delle risposte sarcastiche”, fece un passo indietro dal letto di Jacky e prese un respiro profondo, doveva calmarla e doveva farlo il prima possibile.
“Jackline Elizabeth Anderson” disse serio.
“Conosco il mio nome, grazie mille per avermelo ricordato.”
“La devi smettere di chiuderti in te stessa invece di parlare con me. Io sono il tuo ragazzo e sono qui per aiutarti a risolvere i problemi, insieme. Tu sei la ragazza più geniale che io abbia mai conosciuto, sei brillante, solare e unica. Non devi lasciarti prendere da queste piccole crisi, qualsiasi cosa esce dalla tua mente è magnifica e perfetta. E lo sai il perché? Perché tu sei perfetta e non lo sei solo perché sei la mia ragazza, questo fatto ti rende anche molto paziente, ma sei perfetta perchè sei sempre te stessa, non permetti a niente e nessuno di toccarti o distruggerti. Io sono così orgoglioso di averti al mio fianco.”
Jacky si era messa in piedi sul letto, aveva gli occhi lucidi e gli tremavano le mani.
“Grazie mille, Johnny. Io ti amo così tanto e- Vieni qui e fatti abbracciare!”
Johnny si lasciò stringere dalla presa della sua ragazza e alzò il volto per riuscire a baciare Jacky.
La ragazza si sciolse nel bacio, fece scivolare le sue mani per tutta la schiena del ragazzo e le bloccò poco sopra la cintura, appoggiò la sua fronte a quella di Johnny e riprese fiato.
“Lo sai cosa riuscirebbe a calmarmi definitivamente?” chiese Jacky con un pizzico di malizia alzando leggermente la maglietta del ragazzo.
“Una camomilla?” rispose Johnny.
Jacky roteò gli occhi, “Perché ho un ragazzo così stupido?”
Johnny si stava lamentando dell’insulto dopo il discorso a cuore aperto, ma venne fermato da Jacky che gli saltò addosso e lo tirò fino a finire sul letto.
Finalmente si accese una lampadina nel cervello del ragazzo che capì a cosa si riferiva Jacky e riprese a baciarla.
Tre colpi alla porta.
Altri tre colpi e nessuno andò ad aprire alla porta.
Sebastian sbuffò e decise di usare le sue chiavi per entrare nell’altra villetta.
Passata la soglia che divideva la sua proprietà con quella degli Anderson, lo colpirono la tranquillità e la pace che non aveva mai trovato, doveva essere proprio grave la depressione di Blaine per aver silenziato un’intera casa.
Salì le scale arrivando al piano superiore, si diresse direttamente in camera di Blaine per controllare meglio la situazione.
Aprì la porta senza bussare e trovò Blaine davanti lo specchio con Puck al suo fianco.
“Buon giorno, donzelle. A quanto pare sei riuscito a tornate in piedi da solo, Hobbit. Sappi che mi devi una spiegazione dettagliata di quello che è successo, perché un semplice ‘ho combinato un casino’ non mi basta questa volta.”
“Cavolo quanto parli!” si lamentò Puck.
“Oh, ci sei anche tu. Vedo che lo scoiattolo che viveva sulla tua testa si è deciso a traslocare, sai stai molto meglio così.”
Noah non sapeva cosa rispondere, voleva ringraziare Sebastian per il complimento e insultarlo a sua volta per la parte precedente della frase.
Blaine bloccò i due prima ancora che iniziassero a prendersi a insulti, “Potreste concentrarvi su di me, per favore?”
Sebastian allontanò Puck da Blaine, infilò una mano in tasca e tirò fuori una spilla d’orata con un usignolo disegnato sopra, l’appunto sulla giacca di Blaine e gli sistemò meglio la cravatta.
Blaine riconobbe subito la spilla che aveva sul petto, l’aveva donata a Sebastian anni prima quando si era trasferito al McKinley e si sentiva perso e abbandonato. Era il loro modo per dirsi “io ci sono qui per te, non ti abbandonerò”. Sebastian l’aveva conservata per tutti quegli anni e gliela stava restituendo per rinnovare la loro promessa.
Gli amici si vedono al momento del bisogno e Blaine ne aveva trovati due che non avrebbe perso per nulla al mondo.
“Non te ne uscire con una delle tue frasi melense perché potrei vomitare.”
Blaine abbassò la testa, Sebastian gli prese il mento con due dita alzandogli il volto e lo guardò negli occhi.
“C’è solo una cosa che devi fare ora: devi andare da Kurt, fargli vedere quanto tieni a lui e quanto lo rivuoi nella tua vita. Va da lui con il cuore in mano, sii te stesso e non potrà dirti di no.”
Blaine gli sorrise, “Anche se non sembra a volte, io tuo appoggio mi ha sempre aiutato e- Grazie.”
Sebastian aveva gli occhi rossi, abbracciò l’altro e gli sussurrò nell’orecchio, facendogli il verso: “Anche se non sembra a volte, ti voglio davvero bene, Hobbit.”
Puck tossì per attirare l’attenzione, “Non vorrei disturbarvi, principesse, ma non vorrei che arrivassimo in ritardo da Kurt, quindi recuperiamo il genio della lampada e quell’idiota di mio figlio e partiamo.”
Blaine e Sebastian annuirono, seguirono Puck nel corridoio e videro l’uomo bussare alla porta della camera di Jacky. Due minuti dopo i due ragazzi uscirono con un sorrisone stampato in volto, Jacky aveva i capelli un po’ in disordine e Johnny era perso fra le nuvole.
Fortunatamente questi piccoli dettagli non furono notati per l’euforia generale che aleggiava nel gruppo.
Salirono nella macchina di Sebastian e imboccarono la strada per andare a casa Hummel.
Erano passate quasi quarantotto ore da quando lui e Blaine avevano litigato e Kurt sentiva un vuoto all’altezza del cuore che non riusciva a colmare neanche con la torta al cioccolato che Carole gli aveva preparato.
Gli mancava Blaine, terribilmente.
La chiacchierata del giorno prima con Jacky gli aveva schiarito le idee, ma quella mattina quando suo padre era venuto nella sua camera aveva capito quanto realmente tenesse a Blaine.
Burt gli aveva semplicemente chiesto di pensare a lui e subito un sorriso gli era spuntata sul volto. Il padre si era alzato dal letto, gli aveva accarezzato una guancia ed era uscito dalla camera dicendogli: “E’ quello giusto, lo è sempre stato.”
Suo padre non sbagliava mai e soprattutto voleva solo il meglio per lui e di questo ne era sicuro.
Si alzò dal letto e si stiracchiò, dopo il pranzo era salito e si era disteso a fissare il soffitto senza più muoversi dalla camera.
Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva Blaine, ovunque volgesse lo sguardo qualcosa glielo ricordava. Gli tornò in mente la prima volta che fecero l’amore in quella stanza, su quel letto con la paura di venire scoperti da Burt.
Ogni ricordo gli strappava un sorriso e gli riscaldava il cuore, ma c’era una canzone che gli martellava nella testa e non voleva abbandonarlo.
C’era una canzone in cui Blaine gli aveva promesso di non dirgli mai addio e così era stato. Quella canzone lo aveva accompagnato nei primi anni a New York da solo e nelle ultime ore aleggiava nella stanza come una melodia di un carillon.
Pensò di essere impazzito quando la sentì più forte e provenire da fuori la stanza.
Nel dubbio decise di alzarsi e andare a controllare, fuori la finestra non c’era nessuno, ma la canzone continuava a sentirsi.
Uscì dalla camera e un bigliettino attaccato al muro davanti alla sua porta attirò la sua attenzione.
Si avvicinò e lesse la frase che c’era scritta sopra.
Ti avevo promesso di non dirti mai addio, neanche se fossi stato tu a dirmelo.Era la scrittura di Blaine, l’avrebbe riconosciuta tra mille. Il suo cuore prese a battere più velocemente.
Si guardò intorno e ne vide un altro attaccato alle scale, corse verso il passamano e staccò il bigliettino.
Ci sono cose che nonostante il tempo non cambiano mai.
Io canterò sempre e solo per te.La musica si era fatta leggermente più alta, abbassò lo sguardo e vide suo padre premere i pulsanti dello stereo, Burt gli sorrise e gli indicò la porta.
Kurt scese velocemente le scale rischiando di cadere varie volte per la troppa foga.
Attaccata alla porta c’era un altro bigliettino, questa volta era piegato in due. Kurt lo prese, lo aprì e iniziò a leggere quella che doveva essere una pagina di diario di Jacky che Blaine aveva trascritto.
“Ho deciso di intraprendere una missione.
Non una missione suicida, certo tutto sta nel come si svolge, ma spero in qualcosa di meno tragico. C’è stata già abbastanza tragedia nella sua vita.
Lo faccio per lui. Lui è il mio tutto. Se lui sorride, io sorriso. Se lui è triste, anche io sono triste.
Io lo voglio vedere sorridere sempre, sorridere perché è felice e non perché indossa una maschera. L’ho visto illuminarsi. Lo fa quando parla del suo amore, lo fa quando ripensa al passato. Io ho pensato: perché non trasformare il passato nel presente? Perché non ricongiungerli di nuovo?”
Kurt, perché non ricreiamo il nostro presente? Insieme?
Perché non torniamo a quando eravamo giovani?
Immagina.
Immagina che il nostro passato, presente e futuro si uniscano adesso e per sempre.
Tu sei il mio passato, presente e futuro.
Posso essere io il tuo?Kurt trattene le lacrime, afferrò la maniglia della porta e l’apri velocemente.
La luce lo lasciò un po’ abbagliato finché non si abituò, fece un paio di passi nel giardino fino a vedere Blaine davanti a lui con la giacca della Dalton, i capelli ingellati e senza occhiali.
Sembrava un tuffo nel passato, ma la presenza di Jacky alle sue spalle lo fece tornare nel presente.
Quello che Blaine aveva scritto nel biglietto di era materializzato.
C’era il suo passato, la Dalton, il suo presente, Jacky, e il suo futuro, l’anello di fidanzamento che aveva al dito.
Kurt fece un passo avanti, ma venne fermato da Blaine con un gesto della mano.
La musica partì di nuovo dall’inizio e questa volta la voce di Blaine completò il quadro.
I walked across an empty land
I knew the pathway like the back of my hand
I felt the earth beneath my feet
Sat by the river and it made me complete
Oh simple thing, where have you gone?
I'm getting old and I need something to rely on
So tell me when you're gonna let me in
I'm getting tired and I need somewhere to begin(Somewhere Only We Know – Blaine Anderson)Blaine si avvicinò a Kurt, lentamente.
Appoggiò una mano sul suo cuore mentre cantava la seconda strofa, arrivando di fronte a Kurt.
Prese la mano sinistra dell’uomo e la strinse nelle sue; tra Blaine e Kurt iniziò uno scambio di sguardi che finiva sempre con il sorriso da parte di Kurt.
Blaine sfiorò l’anello arancione che ornava l’anulare dell’altro, alzò gli occhi e si rispecchiò in quelli lucidi di Kurt.
I came across a fallen tree
I felt the branches of it looking at me
Is this the place we used to love?
Is this the place that I've been dreaming of?Blaine lasciò andare la presa sulle mani di Kurt e si spostò al suo fianco, facendolo voltare con lui.
Tornò in mente a Kurt l’albero su cui Blaine gli aveva chiesta di sposarlo, la radura che sembrava uscita da una fiaba, il lago che si illuminava sotto i raggi del sole.
Aveva amato quel posto e prima ancora che diventasse il loro posto aveva deciso di inserirlo al primo posto nella sua lista dei posti che amava di più.
Blaine gli stava cantando la loro storia; era assurdo come una canzone cantata decenni prima raccontasse così bene quello che avrebbero passato in tutti quegli anni.
Il loro legame andava oltre il tempo, era indistruttibile e anche questa volta avrebbero superato quest’ostacolo insieme per poi guardarlo in futuro con un sorriso.
And if you have a minute, why don't we go
Talk about it somewhere only we know?
This could be the end of everything
So why don't we go somewhere only we know?
Somewhere only we knowBlaine tornò di nuovo davanti a lui, ma non lo toccò.
Fu Kurt a cercare il contatto tra di loro, alzò una mano per sfiorare una guancia di Blaine e l’altro gli strinse la vita.
Blaine appoggiò la fronte su quella di Kurt, i loro respiri si fondevano e sembrava come se si rinvigorissero a ogni nuovo respiro che facevano.
Erano diventati una cosa sola, sia come corpo che come anime.
Cantarono insieme, chiudendo gli occhi, sentendo il legame che li univa stringerli sempre più forte.
Oh, this could be the end of everything
So why don't we go somewhere only we know?
Somewhere only we know
Somewhere only we knowSi sussurrarono le ultima frasi della canzone restando senza fiato.
Si guardarono pochi istanti negli occhi per poi baciarsi.
Il loro bacio era pieno di scuse, di disperazione, sembrava un bacio di addio, ma per loro significava tutt’altro: era il loro modo per dirsi che c’erano l’uno per l’altro e che a volte le parole sono superflue.
Burt li stava osservando dalla porta di casa con Carole al suo fianco, era così felice per suo figlio.
L’aveva visto crescere insieme a Blaine e sapere che forse avrebbero passato tutta la vita insieme lo tranquillizzava.
Era davvero quello giusto.
Era l’unica cosa che gli interessava, se Kurt era felice e anche lui lo era.
Dall’altro c’erano Jacky, Johnny, Noah e Sebastian che erano rimasti in un religioso silenzio.
Noah era appoggiato alla macchina e guardava i due con un sorriso stampato in faccia, aveva gli occhi lucidi e tutto quell’amore nell’aria l’aveva portato a stringere il figlio.
Sebastian teneva un braccio sulle spalle di Jacky che sembrava essersi incantata a fissare Blaine e Kurt abbracciati al centro del giardino.
“Ora tocca a te, petit, fai la tua magia” sussurrò Sebastian, facendo risvegliare Jacky dalla sua trance.
La ragazza si mosse verso i due e si fermò ad una certa distanza in modo da non interromperli fino a che non sarebbe venuto il suo momento.
Blaine stava accarezzando una guancia a Kurt mentre gli sussurrava centinaia di scuse.
“Scusami anche tu, ho reagito troppo violentemente, non ti ho fatto parlare, non dovevo-”
“Kurt, hai avuto la giusta reazione. Non devi incolparti per una cosa che non è stata più che lecita. Anch’io sarei scoppiato in quel modo se fossi stato nei tuoi panni.”
“Davvero?” chiese Kurt, mordendosi il labbro.
“No. Credo che mi sarei disperato ancora di più e mi sarei chiuso in un bozzolo da qui all’eternità fino a mummificarmi, per poi essere ritrovato tra centinaia di anni e essere spacciato per un raro esemplare di Hobbit”, questa battuta fece ridere Kurt. “Amore, tu sei il mio tutto. Se ti perdessi anche solo un’altra volta potrei crollare definitivamente.”
Kurt premette le sue labbra si quelle di Blaine, “Ti amo così tanto.”
“Ti amo anch’io, e ti amerò per sempre.”
Blaine si voltò allungano una mano verso la figlia, Kurt vide Jacky così indifesa e priva di quell’aura che l’accompagnava sempre, in quel momento la ragazza sembrava una figlia che veniva a scusarsi per aver combinato un disastro o aver rotto un vaso antico.
In quel momento Kurt vedeva davanti ai suoi occhi sua figlia e avrebbe dato qualsiasi cosa per sentirsi chiamare papà da lei.
“Kurt” iniziò la ragazza, posizionandosi davanti a lui, “so di non essere una persona molto normale, io sono piena di difetti, cattive abitudini e altre milioni di cose che fanno di me un disastro totale, ma c’è una cosa che mi rende fiera di me: quando io tengo ad una persona sarei disposta a fare qualsiasi cosa per renderla felice.”
Kurt si avvicinò a lei e le passò le mani nei capelli in modo da farle alzare il volto, le sorrise e questo donò a Jacky la forza di continuare.
“Ho combinato un casino e me ne prendo tutta la colpa. Ma di questa cosa ne abbiamo parlato ieri e non mi piace essere ripetitiva, quindi... Io voglio chiederti una cosa, una cosa che è davvero molto importante per me. Daddy ti ha chiesto di diventare suo marito, io ti voglio chiedere di diventare mio padre. So che non è una vera e propria proposta, ma ci tengo a fartela.”
Gli occhi di Kurt divennero lucidi e una lacrima solcò la sua guancia, il sorriso sul suo volto non vacillò neanche per un secondo.
“Io non sono una figlia modello, combino guai su guai, vengono sospesa da scuola un mese si e uno no, faccio impazzire la gente e sono fortunata ad avere ancora un tetto sopra la testa perché ho una famiglia che mi ama e ormai si è abituata al suono della mia voce. Non ti prometto di cambiare, non lo farò perché ormai io sono così e non credo di riuscire a riscrivere da capo la mia vita. Non lo farò perché so che questa me, questa Jacky è la ragazza a cui ti sei affezionato.”
Jacky prese i polsi di Kurt e li congiunse per stringere le sue mani nelle sue. Guardò l’uomo negli occhi.
“Tu riesci ad andare oltre i miei difetti e vedere il buono che c’è in me e per questo ti ringrazio. Ti ringrazio perché hai portato il sole nella nostra casa, se prima eravamo una bella famiglia, adesso siamo perfetti. Tu sei il pezzo che ci mancava e ormai non riesco neanche più a immaginare una vita senza di te.”
La ragazza abbassò il volto, prese un respiro profondo e rialzò lo sguardo su Kurt.
“Ti voglio bene, Kurt, e voglio averti al mio fianco come un padre perché tu ormai lo sei diventato, forse non te ne se neanche accorto. Kurt, vuoi essere il mio secondo papà?”
Kurt abbracciò di slancio Jacky, “Sì, lo voglio” disse, stringendola nelle sue braccia. Anche Blaine si unì all’abbraccio e le persone che li stavano osservando applaudirono.
Erano come in una favola e questo era il loro lieto fine.
Finalmente potevano dire che tutto era finito nel miglior modo possibile.
Ma c’era ancora una questione aperta che doveva essere chiusa.
Le Nazionali.~~¤~~
Echy’s CornerIo ve l'avevo detto che era una brodaglia di feelings e io ho sempre ragione ù__ù
Ho avuto un po' di problemi a scrivere questo capitolo ç___ç mi era presa una depressione per il fatto che questo è l'ultimo capitolo che ho scritto prima di definire questa long "terminata", manca davvero poco alla fine e mi sento *soffia il naso* leggermente emotiva.
Devo ringraziare Gipsiusy per avermi aiutato a farmi scrivere questo capitolo, mi ha dato l'energia per riuscire a terminare questa long.
Parliamo un po' del capitolo, così mi distraggo e non penso che sta per finire tutto e che domani morirò perchè è la 4x21 *risata isterica*
- Puckzilla & Sebastian. Io c'ho sempre avuto questo headcanon che 'sti due come amici sarebbero un duo esplosivo.
Comunque Puck è un ottimo migliore amico, riesce a capire al volo Blaine e questo è una cosa che gli è servita molto sia adesso che negli anni passati. Sebastian è un po' come il grillo parlante, solo più irritante e sarcastico.
- Jay&Jay. Johnny è un idiota, ha preso la parte peggiore dei cromosomi della famiglia Puckerman.
Jackline è "
una figlia di puttana" come direbbe la mia professoressa di italiano xD
Perchè? Perchè è un abile manipolatrice e riesce a far girare qualsiasi situazione a suo vantaggio ù__ù
- LA Canzone. Questo pezzo è stata la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho iniziato a scrivere questa long.
Mi sono commossa e stavo piangendo mentre scrivevo la parte finale di Jacky. Sono emotiva e nonostante le stia scrivendo io queste cose mi riempiono di feelings che non riesco neanche a quantificare :')
Ho finito di scrivere questo capitolo alle 00:50 del 30 Aprile, l'ho copiato nel documento e ho scritto la data di fine scrittura per controllare quanto tempo ho dedicato a questa storia. Ecco quello che ho trovato.
Data inizio scrittura: 27/03/2012
Data fine scrittura: 30/04/2013Un anno, un mese e tre giorni.
Esattamente trecentonovantotto giorni passati a pensare a come evolvere la trama, cosa far fare ai personaggi, quali canzoni inserire.
Devo dire che sono stati 398 giorni bellissimi, ho avuto i miei problemi, i miei alti e bassi, ma alla fine ce l'ho fatta.
Ultimissima cosa prima di lasciarvi in pace xD
Oggi è il KLAINEAPOCALIPSE DAY!
Se volete aiutarmi a conquistare Tumblr -o semplicemente affogare nei feels- potete rebloggare questo post:
KLAINEFIRTKISSVoglio ringraziare le persone che hanno commentato il capitolo precendente: Sammy71, Gipsiusy, lovlove890, UnintendedMe e saechan.
Mando un bacio alle persone che seguono questa storia e a tutti quelli che l'hanno insierita in una lista :3
La tabella dei postaggi è molto semplice:
#32 -> 10 Maggio
#33 -> 24 Maggio
Ho deciso di postarli lo stesso a distanza di due settimane per accompagnarvi fino alla fine dell'anno, so quanto questo mese può essere difficile e avere un piccolo obbiettivo da raggiungere, anche solo per leggere questa storia, può aiutare a far passare il tempo più velocemente.
Come ho detto anche nell'altro capitolo ho creato una playlist con tutti i brani che ci sono nella long :3
"Somewhere Only We Know" Soundtrack | KlaineCi sono tutte le canzoni più varie aggiunte che si trovano nel corso dei capitoli, l'ho ascoltata mentre controllavo per l'ultima volta la long :')
Un bacio a tutti,
Echy;